La generazione distribuita alla conquista del mondo
La produzione elettrica distribuita, la cd. “generazione distribuita”, ha molti vantaggi, sia in termini strategici, che di efficienza. Ecco perchè sta diventando il nuovo modello energetico nel mondo grazie allo sfruttamento delle fonti rinnovabili.
È decisamente in piena salute la generazione distribuita: secondo i dati pubblicati dall’Agenzia Global Data, sarà soprattutto il campo del fotovoltaico ad avere la maggiore espansione, sia in Europa che nel resto del mondo nel corso dei prossimi anni.
Il fotovoltaico, come le altre fonti rinnovabili, non ha bisogno di poche grandi centrali di produzione elettrica. La fonte solare, che è distribuita e disponibile in maniera diffusa sul territorio, permette la produzione direttamente sui luoghi del consumo. Questa è la generazione distribuita.
La generazione distribuita è la produzione di energia elettrica decentralizzata, cioè sistemata in molti punti del territorio con impianti di piccole dimensione, a differenza di quanto avviene con la produzione classica che vede invece grandi centrali elettriche collegate alla rete di trasmissione. Della generazione distribuita fanno parte sia i produttori casalinghi, con 3 kw di pannelli solari sistemati sopra al tetto, sia i parchi in grado di generare diversi MW di energia. Ne fanno altresì parte le produzioni eoliche, termiche, fotovoltaiche e di ogni tipo di energia rinnovabile.
Per quanto riguarda il caso italiano, si può dire come si è passati, nel giro di pochi anni, da una situazione in cui grandi aziende costruivano grandi parchi fotovoltaici su terreni incolti, provocando spesso l’ira degli ambientalisti, ad una penetrazione del fotovoltaico casalingo, con oltre 550.000 impianti installati.
Ora, grazie a tecnologie sempre più innovative, che quindi rendono più convenienti le istallazioni, la generazione distribuita crescerà in tutto il mondo fino ad arrivare, sempre secondo le previsioni di Global Data, a 389 GW. Tra appena 5 anni i Paesi Asiatici che stanno puntando in maniera importante sulla produzione di energia rinnovabile, avranno scalzato l’Europa dal suo primato. Basti pensare ai grandi parchi in costruzione nelle Filippine, in India, in Cina e in Giappone, dove oltre allo sfruttamento delle terre si è deciso di affiancare quello delle acque, dove saranno disposti parecchi GW di pannelli solari.
Ma qual è il motivo di questo sorpasso? Senza dubbio anche in esso c’è la scia della crisi economica, che dal 2009 flagella l’Europa e che ha costretto i governi a ridimensionare gli aiuti e gli incentivi destinati alla realizzazione degli impianti fotovoltaici e legati alle energie rinnovabili in genere: questo è senza dubbio l’effetto dei tanti vincoli di bilancio posti indiscriminatamente alle economie dei paesi, senza distinguere tra sprechi e spese per investimenti.
L’aumento della generazione distribuita nei paese delle economie in crescita porterà quindi ad un miglioramento della vita delle persone anche nelle zone più rurali, dove altrimenti sarebbe risultato impossibile far arrivare una comune linea elettrica. E per l’Italia, cosa cambierà? Nonostante leggi sempre più restrittive sugli incentivi (compresa l’ultima confusionaria spalma-incentivi) gli anni passati sono sicuramente serviti a modificare il modo di pensare degli italiani, che ormai considerano normale decidere di inserire un impianto fotovoltaico quando costruiscono casa o addirittura sistemano le pensiline sotto cui parcheggeranno le loro auto: e l’ambiente continuerà a ringraziare.